Lo smalto è un tessuto bianco traslucido, il più rigido e mineralizzato dell’organismo, che riveste la zona del dente esposta all’ambiente orale proteggendola dall’usura e dall’attacco acido dei batteri cariogeni.
A dispetto della sua durezza, lo smalto – che non presenta né cellule né vasi sanguigni al suo interno (tessuto avascolare) – appare altamente fragile. Tale fragilità diventa evidente quando viene a mancare il tessuto elastico sottostante, poroso, chiamato dentina. Lo smalto, inoltre, sebbene in percentuali diverse nelle varie aree della corona, risulta assai sensibile agli acidi, quindi può essere intaccato dai batteri orali responsabili della carie.
Le tonalità traslucide dello smalto, variabili dal bianco all’avorio, talvolta con tonalità azzurrognole, fanno trasparire il colore della dentina sottostante. Il colore è quindi in gran parte determinato dalla tonalità della dentina, che – influenzata da componente genetiche – solitamente tende al giallognolo; di conseguenza, in linea di massima, più spesso è lo smalto e più bianco appare il dente, e viceversa. Da notare, inoltre, che lo smalto può assorbire i pigmenti presenti in cibi come caffè, vino rosso, tè, tabacco da masticare, sigarette, noci ed altro. Le alterazioni cromatiche del dente possono essere causate anche da malattie (fluorosi) o dall’assunzione di particolari farmaci.
Anche l’erosione dello smalto può riconoscere diverse cause di origine: bulimia (per l’attacco acido del vomito autoindotto), reflusso gastroesofageo, bruxismo, assunzione di alimenti acidi o dolci , scarsa o eccessiva igiene orale (specie con dentifrici abrasivi).
Su consiglio del medico o del dentista, il fluoro può essere un buon ausilio per ri-mineralizzare lo smalto e prevenirne l’erosione; è comunque importante non esagerare: l’eccesso di fluoro può causare effetti contrari a quelli desiderati danneggiando gravemente il dente.